«Gemeinsam essen»

Il garbo di uno spiritello – uno spirito particolare, anzi individuale – contempla manicare insieme ai propri simili. Dico di uno spiritello perché indico un interesse di una coscienza nei confronti della questione (mangiare, cioè, insieme o no): si tratta di un filosofo, insomma. Un non filosofo, per dir così, non prende parte allo Spirito, quindi non può essere uno spiritello. In ciò il filosofo si accosta al morto. Si accosta, ma ancora si nutre. E lo deve fare gemeinsam: «Solipsismus convictori definisce Kant l’atteggiamento di chi prende i pasti da solo, sottolineando la sconvenienza di tale abitudine per il filosofo, che non può lasciare alcun momento della sua vita alla degradazione di un piacere fine a se stesso» (così scrivono in Storia della felicità, p. 487). La maniera garbata è per Kant lo stimolo della virtù. Allora non basta che si sia in compagnia – bisogna simposiare con grande maniera, con stile. Perché la forma è la matrice del comportamento, almeno tanto quanto l’abitudine è l’ordine dell’etica.

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