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«Incubation» di Mary Hamilton

M. Hamilton, Incubation or the Cure of Disease in Pagan Temples and Christian Churches [1906], Kessinger Publishing, Whitefish (Montana) 2007.

È verosimile che per via di come erano considerati gli dèi olimpi la cristianità trovò relativamente facile l’obiettivo di soppiantare il paganesimo. Il loro distacco dalle occupazioni quotidiane dell’uomo tendeva ad alienare i fedeli e fu un problema semplice stornare la fedeltà. Un compito più arduo attendeva la nuova religione quando cercò di spodestare le divinità ctonie, poiché i loro benefici comuni e le loro facoltà di guarire le avevano legate strettamente alla popolazione. I fedeli erano attirati e la loro devozione era intensificata dai benefici tangibili concessi e dall’aiuto fornito nei momenti di difficoltà. La fede così ingenerata e ricompensata si rivelò un duro ostacolo per l’avanzata del cristianesimo. Il paganesimo oppose la sua ultima resistenza nei templi di Serapide e Asclepio; la loro capacità di opposizione era dovuta alle cure attuate sotto i loro auspici nel nome del dio.
In questa lotta per la supremazia sulle antiche divinità, i seguaci di Cristo si fecero incontro ai pagani sul loro stesso terreno e adottarono le loro tattiche. I templi furono rimpiazzati da chiese, dove Cristo era adorato come il benefattore, il salvatore e il guaritore dell’umanità. Queste divennero centri di cure guaritrici, operate da Cristo per mezzo di qualcuno dei suoi santi, la cui personalità variava a seconda della regione; i miracoli di guarigione tanto copiosi da assicurare la popolarità delle chiese.
Questo è un aspetto dell’opera cristiana che mostra molto chiaramente l’influenza del paganesimo. Parecchie delle antiche usanze venivano mantenute poiché erano considerate i mezzi più atti allo scopo; tuttavia erano coperte da una trasparente maschera di cristianità. Non erano più gli eroi deificati, conosciuti come dèi ctoni, a essere onorati come operatori di miracoli, bensì i santi cristiani, che dapprima erano stati uomini eminentemente virtuosi e dopo la morte avevano ricevuto la semi-deificazione della santità. Non c’era ancora un grande divario tra i due tipi di agenti. I metodi erano così simili […] che siamo portati a guardare ai santi come a successori degli dèi pagani. Questo punto di vista riceve un forte supporto da [L.] Deubner (De incubatione, cap. IV). Egli rintraccia una connessione tra san Cosimo e san Damiano, i principali santi dottori di Costantinopoli, e i Dioscuri, i quali precedentemente avevano un tempio incubatorio nello stesso luogo e coi quali san Cosimo e san Damiano erano confusi dai visitatori greci. Secondo un cronista, in Egitto san Ciro e san Giovanni soppiantarono un demone locale Menouthis, che da alcuni è identificato con Iside. Non è una conclusione forzata supporre che la similarità dei principi e delle pratiche di tali chiese e templi sorgesse da una cristianizzazione dei santuari pagani e da un mantenimento dei precedenti metodi allo scopo di assecondare le usanze dei visitatori. […]

Ritroviamo per la gran parte immutati nei santuari cristiani i metodi del periodo più tardo dell’incubazione pagana. La preminenza assegnata alle veglie e alle preghiere è notevole. Il digiuno era spesso associato a queste, e tutto ciò era effettuato presso la tomba o innanzi all’immagine del santo. I riti tramite i quali i supplicanti pagani erano preparati all’incubazione erano sulla stessa falsariga e provocavano uno stato mentale simile. Devono essere distinti tre tipi di incubazione. Primo: c’è un’incubazione in senso volontario, quando il supplicante, dopo alcune cerimonie preliminari, giace nella chiesa con l’intenzione di dormire e ricevere una visitazione dal santo che ha invocato. Secondo: quando il supplicante si addormenta; qualche volta si dice avvenga per caso, altre volte invece che il santo gli invia il sonno, e mentre dorme ha una visione che gli procura l’aiuto o l’assistenza richiesta. Questa potrebbe essere chiamata incubazione involontaria. Terzo: quando il supplicante, tramite il digiuno, le veglie e le preghiere, versa in un certo stato soporifero della mente e ottiene la visitazione divina. Questa terza tipologia figura ampiamente nei santuari; ma se le guarigioni siano da attribuire all’autosuggestione, all’ipnosi o all’intervento divino è una questione aperta.
I miracoli che avvengono in questi tre modi sono effettuati dal santo nel suo santuario o nella sua chiesa. Ovviamente, i metodi non si escludono a vicenda. I riti erano praticati fianco a fianco nello stesso luogo e nel nome dello stesso santo; spesso è difficile distinguere in quale condizione sia avvenuto il miracolo. Gli scrittori antichi non si preoccupavano affatto di tali differenze e non cercavano di marcare le distinzioni o di esplicitare se il supplicante stesse dormendo quando veniva guarito. Tuttavia, troviamo che alcuni casi corrispondono ai tipi antichi del paganesimo.
Come nei templi pagani, le visioni appartenevano a due categorie distinte. In primo luogo, ci sono le visioni durante le quali il paziente è guarito dal santo; o viene effettuata qualche azione, oppure è sufficiente una mano guaritrice e l’ammalato si risveglia guarito. Nella seconda categoria, il visitatore celeste appare e dà istruzioni per la cura. Egli può prescrivere un rimedio o ordinare una certa modalità di agire. Un terzo tipo di miracolo che ricorre frequentemente può essere incluso nella prima categoria, ma a motivo della sua natura indefinita non è importante per il nostro tema. Spesso ci viene detto che il paziente è guarito grazie alla mera presenza nella chiesa consacrata. Queste sono le guarigioni istantanee che sono caratteristiche di moderni centri di miracoli come per esempio Lourdes.