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«Naturalismo cognitivo»

È stata pubblicata on-line una mia recensione dell’ultimo lavoro di Sandro Nannini, Naturalismo cognitivo. Per una teoria materialistica della mente, Quodlibet Studio (Macerata, 2007) sulla rivista filosofica dello Swif, 2R – Rivista di Recensioni Filosofiche [7/2007].
In essa, sostanzialmente metto in luce gli aspetti positivi del volume (quali la capacità storiografica dell’autore, la semplicità delle forme e l’elevato tenore argomentativo) quanto quelli negativi. Essi probabilmente (schematizzando, con i rischi del caso) sono:

  • un eccessivo pessimismo sulla capacità della filosofia come strumento del pensiero (la si ritiene sterile dai tempi di Aristotele e le si ritaglia la sola funzione di “controllare” il lavoro degli scienziati, senza magari disturbarli troppo);
  • uno scientismo riduzionista che dubita della possibilità razionale (e ragionevole) che la scienza possa modificare i propri protocolli di razionalità, che tanta filosofia cerca invece di rivedere nel puro interesse scientifico – cioè del sapere;
  • non aver risposto alla domanda di Jackson (“Cosa conosce Mary?”) in maniera esaustiva, dunque non aver superato il problema dei qualia, se non liquidandolo affermando che è una finzione;
  • la tendenza – tutta analitica – a confinare il proprio campo di interessi e le proprie proposte ad un pubblico di lettori che sposi appieno la propria causa, gli analitici.

Sarebbe stato più interessante vedere, a mio modesto avviso, un duro confronto tra due schemi (quello analitico e quello – trascurato dal primo – continentale) allo scopo di superare le difficoltà e trovare un modello che possa porsi come “terza via”.
Ad ogni modo resta una lettura imperdibile per la capacità di Nannini di spiegare il punto di vista (sempre più complesso) del riduzionismo contemporaneo.
Delle posizioni di Sandro Nannini avevo parlato a proposito di un confronto con quelle di Alberto Biuso in una recensione su Sitosophia.